Qualche tempo fa, veniamo invitati alla presentazione evento della rimasterizzazione della gran parte dei dischi di Lucio Battisti. Eravamo in uno splendido appartamento in centro a Milano, coccolati da Sony Music con aperitivo ed interviste. La sorpresa vera e propria però, era la presenza di un riproduttore audio (uno stereo) di quelli che costano migliaia di euro e garantiscono la perfezione nell’ascolto di una canzone. Abbiamo ascoltato i brani più importanti di Lucio, ed é stata subito un “tu chiamale se vuoi emozioni”. Riascoltare la voce di Battisti, così nitida, nelle orecchie é stato qualcosa che ci ha fatto venire voglia di prendere quelle raccolte ufficiale, in vinile ed in cd, e riascoltarle in loop per sempre.
Ad un certo punto é arrivata la fatidica domanda: “ma quando arriva Lucio su Spotify“. A cui é seguita una laconica risposta “eh…”. Da anni la speranza di tutti é che la musica di Battisti/Mogol arrivi sulle piattaforme di ascolto streaming, ma a quanto pare, il desiderio della famiglia non incontrava gli interessi di chi invece voleva portare quella musica su internet. Gli eredi Grazia Letizia Veronese ed il figlio Luca, seguendo anche quello che era il desiderio dello stesso Battisti (non voleva che la sua musica finisse su pubblicità o film – le piattaforme web non c’erano al tempo della sua scomparsa) hanno combattuto legalmente a lungo con i soci della società Acqua Azzurra che detiene i diritti (tra cui 35% Universal, 9% Mogol).
Gaetano Presti, il commissario nominato dal Tribunale di Milano, ha formalmente comunicato alla Siae l’estensione del mandato anche all’incasso dei diritti sul web. Quindi, le canzoni dovrebbero arrivare su Spotify, Apple Music e Deezer.
Mogol aveva in tempi non sospetti sostenuto che la musica di Battisti meritasse di essere ascoltata, ed ora, le canzoni che fruttano circa 800mila euro l’anno alla SIAE, potrebbero veramente arrivare a portata di click.
Noi non possiamo che esserne felici.