Qualche tempo fa, telefono a casa perché avevo bisogno di parlare con mio fratello. Risponde al telefono mia cognata e mi dice “guarda, richiama tra 30 minuti perché tuo fratello sta meditando”. Ecco per una persona che lavora e che vive a Milano, mediamente 30 minuti corrispondono ad un’eternità, un tempo insensatamente lungo, specialmente se hai bisogno di parlare con urgenza a qualcuno. Questa cosa della meditazione mi portava ad essere come l’Ebenezer Scroodge di Dickens “tutte fandonie”. Poi ho visto i miglioramenti che ha portato al carattere di mio fratello e ho pensato “stai a vedere che forse funziona”. Evidentemente hanno pensato la stessa cosa quelli del Comune di Milano che prossimamente sponsorizzeranno delle stanze, chiamate “stanze del silenzio” per permettere a chi lo desidera di meditare, pregare o anche solo riflettere senza essere disturbati.
Queste stanze verrano realizzare dentro le strutture del Sistema Sanitario Nazionale quindi ospedali e simili, negli istituti di prevenzione e di pena quindi carceri e simili, nelle stazioni e negli aeroporti. E quel che é importante capire é che non saranno fatte solo ed esclusivamente per i religiosi ma per tutti, che ci sembra già un grande passo verso l’integrazione delle diversità. Saranno, come li ha definiti il Comune di Milano, dei luoghi di culto multiconfessionale o di riflessione aconfessionale per la promozione della libertà di culto e dell’assistenza spirituale aconfessionale, che é un modo più difficile per dirvi quanto già detto sul fatto che siano aperte a tutti.
L’assessore alla partecipazione e alla cittadinanza attiva Lorenzo Lipparini ha detto che queste stanze sono già state sperimentate in altri paesi e hanno accolto insieme atei, cristiani, buddisti, mussulmani e anche gli agnostici.
Tutte le informazioni sui luoghi in cui verranno aperte le stanze del silenzio saranno disponibili sul portale del Comune di Milano. Speriamo solo che riescano anche a tenerle pulite.