Attenzione perché torniamo a parlare di green e torniamo a farlo con le costruzioni capaci di inghiottire lo smog. Ve ne avevamo già parlato ricordate? I primi a portare in Italia un’iniziativa simile furono i romani. Ma come, Roma prima di Milano? Ebbene si. Arrivò un murales con una vernice capace di compiere una sorta di fotosintesi clorofilliana e di mangiarsi lo smog, alla faccia dei meneghini che sono sempre convinti di fare le cose meglio degli altri. La risposta arrivò puntuale con una nuova costruzione facente parte di un complesso di nuovi appartamenti in grado di gestire il carico di polveri sottili che si trovano nell’atmosfera milanese. Ora però arriva la risposta definitiva. Anche noi abbiamo il nostro murales!
Si chiama Anthropoceano ed é un nuovo murales mangia-smog creato per sensibilizzare i cittadini milanesi sul tema dell’inquinamento della plastica negli oceani. Si tratta di un argomento di cui non si parla mai abbastanza e chissà che a forza di battere sul chiodo, alla gente non entri in testa che é ora di fare qualcosa. Il murales é stato creato da uno degli street artist più famosi in ambito internazionale, ovvero Federico Massa in arte Iena Cruz.
Tutta l’opera fa parte di un progetto denominato No Plasic More Fun voluto da Worldwise, una ONLUS che si occupa di conservazione e valorizzazione dell’ambiente marino. É stato finaziato da Ocean Family Foundation e North Sails.
Dove si trova? Andiamo in zona Lambrate, già centro d’arte milanese, precisamente in via Giovanni Viotti, visibile sia dalla strada che dalla vicina ferrovia. Il messaggio é chiaro “il mare inizia da qui” ovvero ciò che arriva in mare e negli oceani parte sempre dalla città e dalle nostre case.
“Partendo da questo concetto ho ideato un’opera il cui obiettivo principale è far riflettere sulle cicatrici lasciate dall’uomo sui fondali e la superficie dell’Oceano, segni spesso indelebili di una catastrofe ambientale che ci coinvolge tutti”. Queste le parole di Iena Cruz.
Ma veniamo alla parte seria. Questo murales é in grado di assorbire smog e trasformarlo in aria pulita come se fosse una pianta. Merito dell’Arlite, una nanotecnologia in grado di riprodurre la fotosintesi. Ne vogliamo di più in tutta la città.