E sono andato a vedere Aladdin con la disperazione di uno che avrebbe visto rovinato uno dei suoi cartoni animati preferiti. Per fortuna é andato tutto bene, o quasi.
Non c’é bisogno vero che vi spieghi la storia della lampada di Aladdin, del genio e del ladruncolo di Agrabah che si innamora della figlia del Sultano vero? Tutto nel film diretto da Guy Ritchie (Sherlock Holmes, Snatch) é ricreato nei minimi particolari seguendo il cartone originale. Sono poche le cose che differiscono, a partire dalla durata, aumentata a poco più di due ore per permettere alle maestose e pittoresche scenografie di mostrarsi in tutta la loro bellezza tra palazzi che ricordano quelli indiani, mercati arabeggianti pieni di colore e costumi meravigliosi. Quella di Aladdin da una visione piuttosto pittoresca, fatata e fittizia di quello che nella realtà potrebbe essere un mix tra i mercati di Marrakesh ed i palazzi di Agra.
Ancora prima dell’uscita del film, le polemiche erano tutte per il Genio interpretato da Will Smith, che invece si rivela il personaggio più azzeccato della pellicola, insieme ad una splendida Naomi Scott nei panni di Jasmine e di Mena Massoud ad interpretare Aladdin. Dove proprio non ci siamo é su Jafar che dopo aver così amato e allo stesso odiato nel cartone, non mi può diventare un giovane mezzo belloccio con la faccia da babbo (Marwan Kenzari).
Gradito ritorno nel doppiaggio di Gigi Proietti che in questo caso lascia il Genio e guadagna proprio il padre di Jasmine
Per il resto Aladdin resta un piacevole musical che rappresenterà un bel tuffo nel passato per chi ha amato il cartone ed un film molto divertente per il nuovo giovane pubblico. Sarà comunque impossibile non tornare a cantare a squarciagola “Il Mondo é Mio” oppure “Il Principe Alì” in queste versioni riarrangiate che strizzano l’occhio alla dubsteb (la voce italiana che canta le parti di Jasmine é di Naomi Rivieccio).
Non manca (anche) in Aladdin l’accenno al politicamente corretto disneyano che trasforma il personaggio di Jasmine in una perfetta esponente del Me Too, ma ormai, dato che questo aspetto viene forzatamente inserito in quasi tutte le nuove pellicole di Hollywood (e per carità, per una nobilissima causa), ci abbiamo fatto l’abitudine. Non so se farò l’abitudine invece alla nuova canzone inserita, “Speechless”, che accompagna proprio quest’aurea di principesse 2.0, ma solo perché sono un purista del cartone originale, sicuramente alle nuove leve piacerà.
Aladdin é promosso. Adesso altri mesi di terrore prima de Il Re Leone.