Vi ricordate i tempi delle scuole dell’obbligo? Durante l’ora di ginnastica arrivava sempre il momento in cui bisognava fare la partitella di calcetto, e allora l’insegnante indicava i due alunni più prestanti ed urlava “due squadre!”. A loro volta i due ragazzi iniziavano a scegliere i membri della loro squadra, uno per uno, partendo dai più forti, fino alle pippe. Indovinate chi sono io in questa storia? Se avete risposto uno dei due capisquadra, avete sbagliato. Io sono quello che tra elementari, medie e lice, ha fatto 13 anni in porta per scelta…degli altri. Chi l’avrebbe detto che con questo metodo da partitella del campetto, avrebbero ravvivato niente meno che l’All Star Game.
Parliamo di Basket con la B maiuscola, quello dell’NBA, quello americano di colossi come LeBron James e Stephen Curry. Ogni anno, come da tradizione a metà stagione, si tiene la partita esibizione dell’All Star Game, ovvero tutto il meglio dei giocatori di tutte le squadre dell’NBA, insieme suddivisi su due squadre. Storicamente le squadre che si affrontavano erano una selezione di giocatori dell’ovest contro quelli dell’est USA, votati rigorosamente dal pubblico. Il problema è che l’All Star Game negli ultimi anni era diventato moscio perché non c’era alcun tipo di competizione e le squadre finivano per non difendere, dando spettacolo solo grazie alle schiacciate e a qualche peripezia ammiccante dei giocatori. Quest’anno la svolta, per la prima volta l’All Star Game ha usato la filosofia della partita al campetto, e sono stati due capitani designati, naturalmente LeBron James da una parte e Stephen Curry dall’altra, a scegliere la loro squadra tra nomi di punta come Kevin Durant, Kyrie Irving ecc..
Quindi quest’anno era team LeBron contro team Stephen, ed è curioso come LeBron si sia scelto in squadra acerrimi nemici come Durant, ma evidentemente la scelta è stata vincente perché James ha portato alla vittoria la sua squadra per 148 a 145 e si è beccato il trofeo MVP. Bello vedere LeBron vincere su Curry in una stagione in cui i Cavs non stanno andando così bene, ma soprattuto bella la la nuova formula che ha riportato lo spettacolo e la competizione all’All Star Game.
Poi ieri sera allo Staples Center di Los Angeles, dove il costo medio di un biglietto sfiorava i 2000 dollari, c’è stato tutto lo spettacolo di contorno, tra le gare di schiacciate (pazzesche quelle di Larry Nance Jr.) e poi le tante star presenti tra cui Jack Nicholson, Jamie Foxx, Ludacris, Spike Lee, Arnold Schwarzenegger, Adam Devine, Ferragni/Fedez e tantissimi altri.
Mentre Fergie ha cantato l’inno nazionale, l’half time show è stato compito di Pharrell Williams ed i suoi N.E.R.D., oltre ad una canzone cantata dai Migos. Tutto molto black, tutto molto yo yo hip-hop come genere, tanto da far sembrare i Migos la bella copia di Belo Figo Gu, però lo spettacolo non è mancato.
Appuntamento all’anno prossimo.