Corsico, giorno numero uno dopo dieci settimane di chiusura: a fine giornata si contano 3 mila presenze. Gli steward hanno distribuito guanti e bottiglie d’acqua alle persone in attesa già un’ora prima della riapertura
Una lunghissima fila già un’ora prima della riapertura, distribuzione d’acqua, mascherine, guanti e misurazione della temperatura. Giorno numero uno all’Ikea di Corsico dopo dieci settimane di chiusura, con una coda sotto il sole che ricorda più l’ingresso a un concerto (di là da venire) che a un punto vendita. A fine giornata si contano oltre 3.000 presenze, quelle che la responsabile del centro Cristina Perico definisce «i clienti di una giornata normale, ovviamente questa è del tutto speciale; un numero che non ci aspettavamo di botto alla ripresa. Abbiamo pensato a tutto dalla sanificazione ai dispositivi igienici, oggi è la prova generale».
Un numero preciso, quello della «soglia 3.000» perché l’indicazione data dal Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali raccomanda «una persona ogni 10 metri quadrati», ed essendo Corsico 30mila metri, si tocca il limite corrente che nei periodi festivi, per avere una proporzione, può arrivare a 15mila persone. Non si entra nel negozio dai piani dei parcheggi ma da un «corridoio» esterno fino allo stop per i controlli. Dopo l’ingresso si trovano anche spray per l’igenizzazione dei carrelli, e altre colonnine che ricordano la distanza da rispettare (qui di un metro e mezzo). Prese le accortezze, molto sta al buonsenso dei clienti nell’evitare contatti ravvicinati, situazione che oggi ha tenuto.
La riapertura di Corsico (il primo punto vendita italiano per fatturato del gruppo svedese, su un totale Italia di 1,8 miliardi nel 2019) è avvenuta in simultanea con le catene di altri mono-marchio, con le catene dell’hobbystica e di abbigliamento sportivo in testa, e con le centinaia di poli commerciali sparsi nel milanese. Fra i più grandi, il Centro di Arese ha battezzato il suo protocollo anti Covid-19 «IlCentroPeople Care» che ha previsto la sanificazione di ognuno dei 225 punti vendita: gli esercenti qui hanno cominciato a chiudere alle 19 di ieri sera, in attesa di un flusso più sostenuto nel week-end.
«Gli accorgimenti presi in dieci giorni» — dice il Ceo Ikea per l’Italia Asunta Enrile — «comprendono anche la chiusura delle aree gioco e del ristorante, mentre è in funzione il bistrot per take away; fra gli altri interventi importanti: i punti consulenza con più spazio e con monitor rivolti ai clienti oltre agli operatori con visiera». Qui i lavoratori sono 450 che con San Giuliano e Carugate arrivano a 1.200 persone; da subito si è visto il loro impegno: negli spazi vendita si prodigano a raccomandare le distanze e si abituano a una «scena» che diventerà routine: i clienti intenti a stendere un sottile tessuto monouso (a disposizione) per provare letti e divani.