Un viaggio tra musica trap, live show da dimenticare e suicide girls
Per raccontarvi dei 30 minuti di disagio a cui ho assistito, incuriosito e a tratti spaventato come qualcuno che vede una puntata di Superquark senza le spiegazioni di Alberto Angela, non so neanche bene da dove cominciare, perché già nel titolo ci sono due parole che proprio non hanno nulla a che vedere con i personaggi in questione, ovvero ‘arte’ e ‘live’.
Forse é meglio partire dall’inizio, perché vi sarete sicuramente chiesti “chi diavolo sono le Bada$$ B.”? Si, me lo sono chiesto anche io qualche giorno fa, e mi si é aperto un mondo. Dietro l’acronimo di Bada$$ B. si celano Felisja Piana in arte Fishball e Cristina Bertevello in arte Christina Bertevello. Se non vi é già venuto mal di testa tra nomi e soprannomi, soffermatevi sulla cosa più importante, l’unico aspetto che sembra contare realmente: SONO DUE FIGHE. Anzi, sono due moltooo fighe, di quelle che tirano parecchio di più che un carro di buoi. Molto tettute, molto chiappute, molto tatuate, molto provocanti e molto, mi correggo, tutte nude. Una in particolare, Fishball, appartiene al gruppo delle celebri (più tra i segaioli che nel mondo comune) SUICIDE GIRLS.
suicedegirls.com é un sito internet sul quale si trovano una svalangata di gnocche che, a fronte di un abbonamento annuale di 48 dollari o 12 dollari il mensile, pubblicano fotografie tutte biotte, proprio come mamma le ha fatte, più qualche riverniciata talvolta. Mica tutte possono diventare una suicide girl, ma possono inoltrare una richiesta formale al sito che si propone di accettare una sola nuova ragazza ogni mese. La community funziona proprio perché viene offerto un target di immagine molto preciso, definito “alternative pin-up” (tatuaggi e acconciature da pin-up, possibilmente con una centrale del latte al posto delle tette). Ah dimenticavo, non devono essere timide.
Pare che diventare una suicide girl sia qualcosa di molto ambito tra le ragazze di tutto il mondo. E certo, non stentiamo a credere che a vendere le proprie foto senza veli si guadagnino dei soldi, devoluti direttamente dall’associazione mondiale degli onanisti, ma che ci vengano a raccontare quelle minchiate della community affiatata, del senso di appartenenza e della valorizzazione della bellezza della donna, o peggio, di arte, anche no. E’ PORNOGRAFIA. Anzi é porno intelligente, perché in mezzo ad un potpourri di siti zozzi, che quasi ti fanno rimpiangere la fatica che facevi a reperire dei pornazzi ai tempi di Penthouse, il soft porn é quel vedo non vedo che ti fa attizzare, quell’annusare senza poter toccare che ti porta a spendere per avere sempre di più. Effettivamente, pagando, puoi avere più foto o più video, anche su specifica richiesta. Poi c’é chi parla di grosse mance a fronte di video e foto private sempre più hot, addirittura di incontri. C’é anche chi parla di prostituzione legalizzata, ma non sia mai che ci prendiamo la responsabilità di esplorare la semantica delle parole, o peggio scendere da quella sottilissima linea sottile che divide il vendere il proprio corpo dal vendere la nuda immagine del proprio corpo. E poi un sacco di gente non é mai andata a puttane, ma ha solo lasciato un regalino sul comodino.
Ma torniamo a noi. Qualcuno, con le ambizioni del genio, ha pensato di prendere Fishball, una suicide girl da milioni di followers, e Christina Bertevello, una che fa più o meno la stessa cosa dell’altra, cioè fare cose e vedere gente ‘uscendo’ il culo, ma su Youtube e Instagram, e metterle insieme per creare un gruppo di trap girl. Dove per trap girl intendiamo due che hanno dimostrato di non saper fare un cazzo con il microfono (di convenzionale), ma era meglio non chiamarle cantanti perché si sarebbero scomodati Freddie Mercury, Bowie, George Michael, la Winehouse e pure Michael Jackson per prenderle a pedate nel culo durante l’esibizione.
La trap é meno rischiosa come etichetta, produce principalmente canzoni con testi e rime da terza elementare e accetta un abbondante uso dell’autotune (una macchinetta che modula la voce e rende intonato anche uno che canta l’Inno di Mameli ruttando). Soprattutto raggiunge un pubblico di giovani tra i 15 ed i 20 anni che si dividono tra chi ancora non ha le idee chiare su quale musica ascolteranno in futuro (non li biasimiamo, noi ascoltavamo Paolo Meneguzzi) e chi si immedesima in queste parole che profumano di rivalsa, riscatto e senso di appartenenza: “mamma ce l’ho fatta, ho fatto i soldi” e poi canne, ricchezza ostentata, periferia che si emancipa grazie alla musica e finisce da Cracco o ad X Factor. Quella roba lì. Insomma scrivere un testo trap, non é poi così difficile una volta che lo si infarcisce di ‘sch sch’ (o come cazzo si scrive), ‘eskere’ oppure ‘ya yaaaa’.
Difficile é produrne uno bello e di successo. Ci vuole un’enorme dose di genialità nella scelta delle parole, delle basi e del pacchetto finale, che comprende anche l’immagine e lo stile, per raggiungere il grande pubblico. Di Sfera Ebbasta non ne viene fuori uno tutti i momenti, e che possa piacere o meno, ha spaccato in tutto il mondo.
Probabilmente chi ha costruito il duo delle Bada$$ B. sapeva bene che utilizzando correttamente il manuale del piccolo trapper avrebbe potuto ottenere buoni risultati. E non sbagliava, perché grazie a qualche meraviglioso esempio di totale assenza di gusto stilistico come “Me Gusta” e “Cuba“, accompagnati da rispettivi video che producono barzotteria anche ai moralisti più convinti, hanno ottenuto quel tanto di successo che basta per fottere qualche club pronto a sborsare 3000 euro per una loro performance.
Bravi, perché vendere la merda é davvero un’arte. Trasformare in pochissimo tempo due ragazze in delle trap girl credibili sul cd, nelle foto e nei video non é da tutti. Ecco bravi, ma si poteva fare meglio, perché il discorso cambia quando prendi due, che per adesso hanno dimostrato solo di eccellere nella disciplina del lancio della gnagna, le metti su un palco, impreparate, davanti ad un pubblico pagante e togli ogni dubbio sul fatto che fosse tutta una presa per il culo. Mica avrete creduto che a disturbarmi fosse il loro aspetto, il loro lavoro, il fatto che si trattasse di un progetto costruito a tavolino (Vacchi e Vieri sono stati bravissimi) o la loro nuovo fede trap?! No, solo lo show é stato intollerabile. “Lo spettacolo é finto di brutto, hanno tutti capito il trucco” ma se l’hanno capito tutti tranne te che hai 18 anni e che cavolo ne sai di come vanno queste cose, il diritto di essere un po’ incazzato per aver pagato una performance che forse digeriresti con 3 gin tonic in omaggio, un po’ ce l’hai.
Com’é andata su quel palco l’avrete già capito. Dopo aver richiesto attrezzatura per un live che manco i Daft Punk durante Alive 2007, le due Bada$$ B. si sono presentate sul palco, naturalmente senza fare sound check, dove hanno faticato ad arrivare alla mezz’ora tra repertorio, bis e tris. I dischi erano pronti per un playback spudorato e, purtroppo o per fortuna, di live c’erano solo gli starnazzi distorti dall’auto tune che pareva avessero pippato 6 bombole di elio. Insomma non si capiva un cazzo, ed io continuavo comunque ad essere magneticamente attratto dal loro abbigliamento. Perché diavolo avevano addosso la fascia di Naruto, un tutore per la spalla, un cerotto in faccia (mica di quelli che metteva il rapper Nelly, ma proprio quello che usiamo noi quando ci affettiamo un dito tagliando le zucchine), tuta, body, capezzoli de fora…tutto insieme. Per una persona normale é come vedere una che va in giro con le calze color carne, le ballerine, il borsello ed il mollettone per i capelli. Ma io sono un vecchio, ho pensato, magari ai ragazzini piacerà, e poi sono delle fighe. Sarebbero fighe anche con addosso un sacco di liuta.
Eppure, con grande stupore, ho notato che l’entusiasmo dilagava solo tra una piccola schiera di ragazze che conoscevano le canzoni e cantavano in prima fila. Più fredda l’accoglienza dei ragazzi. Ma non sarà che la figa non va più di moda? O forse no. Forse adesso che non é più l’epoca della pubblicità della Bilboa, che con due tette era subito gioco di mano, ma é arrivata l’epoca in cui la gnocca te la sbattono in faccia anche nelle pubblicità dei lassativi, forse…e dico forse, la figa non basta più da sola per arrivare al successo. Voglio esagerare: che sia forse iniziata un’era in cui le persone sono più informate sulla musica e, oltre a poter scegliere, sanno riconoscere un prodotto di qualità da uno scadente? Oh, se poi viene scelta la merda, i gusti sono insindacabili, e dopotutto milioni di mosche non si possono sbagliare.