Brucia la fabbrica di vinili, che sia la fine del supporto?

Anche voi subite il fascino incredibile dei dischi in vinili? Io onestamente no, ma non stento a credere che rimanga un mezzo incredibile per ascoltare la musica. Nel mondo dei dj poi, il vinile è quello che secondo i classicisti rappresenta il punto di partenza del mestiere. Quando ero ragazzino mi ricordo che avevo imparato a mixare con i vinili, e ciò che mi è rimasto di più in mente è: “cavolo quanto era difficile”. Oggi con la tecnologia mixare non è quasi più necessario, lo fa una macchinetta al posto tuo. Certo la sensazione è quella di barare ed il dj set perde un po’ della sua magia ma di certo é impensabile tornare ai vinili. La prima problematica nel suonare ancora con i vinili  è il peso. Ve li vedete i dj di oggi andare in giro con due valigie che pesano 20 kg l’una se va bene? Naaaaa, bastano le chiavette. I cd nemmeno li consideriamo, sono ufficialmente morti. La seconda problematica del vinile è che ormai non sono tanti quelli che stampano ancora sul discone nero quindi diventerebbe difficile reperire tutte le canzoni.


Ció che peró è incredibile, è come negli ultimi anni il vinile sia tornato prepotentemente di moda. Sarà perché fa figo o sarà perché dicono che il suono si senta nettamente meglio o ancora sarà perché ti amo visto che è San Valentino, ma le vendite di dischi in vinile sono aumentate. Poi qualche giorno fa il dramma. Ha preso fuoco il magazzino di una importante azienda leader nella produzione di lacche di vinile, ovvero il supporto su cui viene incisa la canzona. È andato in fumo tutto.

Si tratta della Apollo Masters a Banning in California ed era leader insieme alla giapponese MDC. Un problema questo che potrebbe non solo mettere la parola fine sulla storia dell’azienda, ma anche dare una mazzata a tutto il mercato dei vinili perché per i prossimi mesi ci sarà scarsità di lacca di vinile. Che sia questa la fine del supporto che in tanti amano?