Che il mondo delle discoteche sia cambiato, ormai è un dato di fatto. Che la gente in discoteca sia cambiata, è ancora più evidente. La notte di Capodanno non dovrebbe mai essere presa come indicatore per il mondo della notte, da sempre alle feste comandate aprono le gabbie, non sai mai quello che ti capita. Se durante l’anno le persone scelgono sempre meno la classica discoteca a favore di altri tipi di intrattenimento, figuriamoci a Capodanno dove hai la certezza quasi matematica che incontrerai zarri ripuliti a festa che fanno il trenino.
Ultimamente non sono neanche più tranquilli quelli che con la loro musica sono chiamati a scatenarlo questo trenino, parliamo dei dj. Mi ha colpito la notizia di questo dj storico di Chioggia, Piero Fidelfatti, che la sera di Capodanno è stato malmenato dagli scagnozzi del locale in cui lavorava, perché il proprietario non gradiva la musica.
Ora, andiamo per gradi, dicendo che queste cose sono SEMPRE successe, non sono figlie dei tempi attuali o della crisi. Il punto è che una volta per arrivare alle botte dovevi essere un ragazzino arrogante, che so, un dj in erba, che mancava di rispetto qualcuno fino all’esasperazione.
Non abbiamo le due versioni della storia, ma nel caso di Piero Fidelfatti, non parliamo di un ragazzino, ma di un dj di una certa età e con una certa esperienza, a cui possiamo dare il beneficio della buona fede. Ha raccontato, con un lungo post sulla sua pagina Facebook, di questo capodanno da incubo.
Per fare un sunto dell’accaduto. Suonava in questo locale, in cui aveva già avuto modo di esibirsi. Ad una certa il proprietario arriva e gli intima di cambiare musica. Piero si rifiuta perché la gente si diverte, lui ha sempre suonato quel genere e non ha abbastanza impianto per stravolgere il dj set – nel post viene menzionato anche un tavolo su cui era presente la console quindi probabile non si tratti di una discoteca ma di un ristorante/location attrezzata. A questo punto arrivano le parole magiche ‘IO SONO IL PROPRIETARIO E FAI QUELLO CHE DICO IO‘. Fidelfatti ha fatto i bagagli e se n’è andato, lasciando comunque il locale provvisto di musica. Quando si è accorto di aver dimenticato il cellulare, è tornato dentro a cercarlo. Evidentemente il veleno del proprietario era salito al cervello quando l’ha fatto buttare fuori e poi picchiare dai suoi scagnozzi. Risultato, ematoma in testa, contusioni al braccio sinistro e costola rotta. Insomma, non ci sono proprio andati leggeri.
Prima parlavamo di ragazzini arroganti. Ecco non si sa come, ma questi ragazzini – termine che utilizzo con accezione negativa per indicare un coglione di qualsiasi età – negli ultimi anni, spesso si trovano dalla parte della direzione artistica di un locale o ne gestiscono la proprietà. É certo che questo episodio sia figlio dell’inesperienza, oltre che di un’eccessiva dose di maleducazione e mancanza di rispetto, non nei confronti di un dj, un artista, un professionista, ma semplicemente di un essere umano.
Speriamo che tornino i professionisti nel mondo della notte, quelli che sanno fare impresa, quelli che si prendono le responsabilità sulla direzione artistica di un locale, quelli che non stravolgono la serata perché all’amica fa cagare la musica e vuole il reggaeton, quelli che se hanno un problema lo risolvono con garbo e rispetto. Sarebbe bello.
Per fortuna è arrivata la Polizia e gli aggressori sono stati denunciati.
I direttori artistici seri, sanno che mettere d’accordo tutti i clienti è impossibile, figuriamoci oggi che arrivano super preparati sulla musica, con i gusti ben definiti grazie a radio e Spotify.
Solidarietà per Piero Fidelfatti.