Il pioniere e il futuro della musica elettronica hanno condiviso la consolle in una notte magica.
Baffo sempre affilato, sguardo e postura da direttore d’orchestra, una selezione con gran parte delle sue hit e alcuni successi pop dance degli ultimi anni. Così lo scorso sabato 5 gennaio Giorgio Moroder si è presentato per il suo (ultimo?) dj set all’RDS Stadium di Rimini, dove ha diviso il palco con Ilario Alicante per la prima edizione di Evolution, concept pensato per unire più generazioni di appassionati di musica elettronica e due nomi assolutamente altisonanti e curiosi da sentire insieme. Chi meglio di uno dei pionieri assoluti del genere ed uno dei dj italiani che meglio ci rappresenta in giro per il mondo per adempiere al compito?
Moroder è salito sul palco alle 23.30 – minuto più minuto meno – con un look total black, quasi a fare da pendant con chioma e mustacchi bianchissimi. Il suo set è trascorso liscio senza fare una piega, con classici d’annata come i capolavori disco di Donna Summer, le colonne sonore di Una Storia Infinita e American Gigolò e parentesi dance-pop, David Guetta e Calvin Harris su tutti; una selezione accompagnata dai video originali dei maggiori successi di Moroder, a suo agio in consolle come se facesse il dj da sempre, complice uno sguardo a 360° su tutto quanto stava accadendo.
Un possesso elegante e divertito della platea, che in pochi al mondo possono vantare. Il pubblico ha seguito divertito, quasi stupito nello scoprire quanti dischi abbia saputo produrre il geniale altoatesino. Il gran finale? Una sorta di momento-karaoke, il brano ‘Un’estate italiana’, inno dei Mondiali di Calcio di Italia Novanta, cantata un po’ da tutti i presenti. Nel frattempo Ilario Alicante era pronto ad iniziare il suo set, quasi intimidito dall’invito a cantare (sì, cantare!) insieme a Moroder una delle sue ultime tracce suonate. Bravo poi a non spezzare in due la serata, con un attacco più morbido del consueto e una selezione dove non sono mancati i riferimenti ai brani di Giovanni Giorgio; una volta assestata la velocità di crociera, i ritmi del dj toscano hanno assunto le modalità alle quali siamo abituali.
Il pubblico presente – arrivato piuttosto tardi – era nel complesso giovane e molto legato alla realtà locale, a parte alcuni fan accaniti di Moroder e addetti ai lavori arrivati da ogni parte d’Italia. Alla fine il dancefloor del Palasport si è riempito e lo stesso può dirsi per il privé e relativi tavoli; i presenti hanno mostrato di apprezzare entrambe le performance, lasciandosi andare a cantate corali con Moroder e a ovazioni orientate a un mood da clubber con Alicante.
Non capita tutti i giorni di assistere una serata nella quale due generazioni di artisti si mettano a confronto in modo così diretto e schietto. È bello poi vedere un fenomeno assoluto come Moroder proporre i suoi brani, per quanto in modalità dj set. Così vanno vissute serate di questo tipo, senza che la minoranza rumorosa dei soliti alternativi in servizio permanente abbiano da obiettare e fare noiosi distinguo tra chi possa definirsi dj e chi no. Argomenti che davvero interessano a pochi, ci si ficchi in testa una volta per tutte che la maggioranza delle persone va a ballare per divertirsi e socializzare.
Pare che per Moroder si sia trattato dell’ultimo dj set, una parentesi iniziata nel 2013 e che adesso viene con tutta probabilità messa da parte per dedicarsi al 100% al suo primo tour live europeo, ‘The Celebration of the ’80’s’, in partenza ad aprile in Gran Bretagna e che dal 17 al 19 maggio approderà a Milano, Firenze e Roma. Il meglio, per Moroder e chi vorrà seguirlo, deve ancora venire: nel 2020, ad esempio, debutterà un suo musical.
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Fonte djmagitalia