Il mondo di Hollywood sempre più spesso da segni pesanti di squilibrio. O forse tutto il mondo, in particolare l’Italia, non è proprio in grandissima forma. Vi basti pensare alla proposta di legge nostrana per far mettere in radio una canzone italiana ogni tre, roba da regime. L’idea di ascoltare per forza Paolo Meneguzzi tra una canzone di Drake e una degli U2 non è che proprio mi faccia impazzire. Ma torniamo ad Hollywood che negli ultimi anni è al centro del ciclone per due enormi, e giustissime, polemiche distinte. Entrambe esplose agli Oscar.
La prima riguarda la poca considerazione che l’Acadamy ha sempre avuto nei confronti degli attori afroamericani. Performance incredibili, talenti pazzeschi e film che rimarranno nella storia, eppure accoglienza tiepida nel meraviglioso mondo delle candidature. La polemica finalmente ha dato modo ad una bella pellicola come Se La Strada Potesse Parlare di arrivare alla notte più importante dell’anno.
Poi è stata la volta di #MeeToo e gli scandali degli abusi e delle violenze sulle donne nel mondo del cinema.
Quest’anno la notte degli Oscar, dopo aver perso il presentatore per dichiarazioni e polemiche varie, aveva pensato bene di snellire la cerimonia (che ci avrebbe mandato a dormire un’oretta prima) in un modo assurdo: assegnare 4 Oscar considerati minori (Miglior Fotografia, Miglior Montaggio, Miglior Cortometraggio live action e Miglior trucco e acconciatura) durante le pause pubblicitarie. Cioè vi rendete conto, quelli candidati in queste categorie magari andranno agli Oscar una volta nella vita e non li mandano neanche in onda.
Per fortuna un comitato di registi e personalità di Hollywood ha firmato una lettera in cui sostenevano che i premi in questione rappresentassero le basi del cinema, e oscurarli avrebbe reso inutile celebrare anche gli altri premi.
L’Academy ci ha ripensato, ma c’è da aspettarsi ancora qualche casino da qui a domenica.