Un mio amico dice sempre “Milano è bella, se te la puoi permettere” ed effettivamente non ha tutti i torti. La capitale meneghina offre tanto, ma non lo offre gratis. Quello che si pone come gratuito in realtà é un’illusione perché anche solo per muoversi o giungere a Milano c’è un costo da sostenere. E come mai allora sono tutti a Milano e la città è in crescita anche come cittadini che chiedono la residenza e desiderano trasferirsi all’ombra della Madonnina? La risposta è semplice: a Milano arrivano i ricchi.
Ora, io vivo a Milano, e forse sono ricco dentro, ma sicuro non nel conto in banca e allora come è possibile che i dati usciti recentemente parlino di un livello di crescita che ride in faccia a tutto il resto dell’Italia? Il PIL a Milano è cresciuto del 9,7 mentre nel resto del paese del 4,6. Praticamente siamo ricchi forte. La media del reddito procapite é di 49 mila euro all’anno contro i 26 mila nazionali. Eppure c’è un problema, nella stanza in questo momento siamo in tre e nessuno dei tre arriva alla media milanese. Dov’è la fregatura? Presto detto: solo il 9% dei cittadini detiene un terzo della ricchezza della città.
Aaaaa ecco. Praticamente c’è un gap abbastanza importante tra chi ha soldi e chi non li ha ed è il punto su cui dovrà lavorare il Comune. Sala ha più volte ribadito che questa ricchezza andrebbe condivisa (quel 9% ha risposto in coro “stocazzo”), o quanto meno bisogna combattere le due piaghe di questo momento storico, la disoccupazione giovanile e precariato. Le possibilità di crescere e migliorare ci sono.
Tra i dati più importanti ci sono quelli che riguardano i giovani talenti. Milano è il terzo polo universitario più importante d’Europa in quanto attrattiva. Davanti ci sono Monaco e Barcellona. Valore molto importante per la raccolta di fondi europei.
Terza anche per l’attrazione dei turisti, affluenza cresciuta dell’8,7% nell’ultimo anno. Siamo primi invece per quanto riguarda gli investimenti. Le aziende arrivano sul nostro territorio e investono i loro capitali. Da Milano passano il 34% di tutti i capitali esteri che arrivano in Italia.
Ora non ci resta che entrare a far parte di quel 9% oppure di aumentare quella cifra.