I magneti del Duomo fruttano 162 milioni di euro l’anno

Ieri abbiamo parlato di souvenir e di come gli italiani finalmente stiano iniziando a concentrarsi sul cibo invece che su orrendi oggetti che farebbero la muffa per anni su qualche scaffale. Tanto lo sapete che prima o poi, statisticamente, arriverà una moglie/un marito o una fidanzata/un fidanzato, che farà piazza pulita dei vostri orrendi gadget per fare spazio ai vasi della suocera. Il cibo quindi va per la maggiore, ma non penserete mica che ci siamo liberati di calamite e palline con la neve vero? 


Ebbene no. Le calamite per il frigo e le boule a neige vanno ancora per la maggiore. Giuro, non pensavo ci fosse ancora così tanta gente che le colleziona, ma Milano è un esempio di come quegli oggetti cari come se li vendesse Cartier siano un generatore di fatturato spaziale! Cioè, immaginavo che qualcuno li collezionasse, ma quanto mai sarebbero potuti essere. Pare, signore e signori, che il mercato di quei gadget e souvenir che vedete sulle bancarelle in Duomo generino un business da 162 milioni di euro.


Ma stiamo scherzando? È una cifra che rappresenta sicuramente molto di più del PIL di qualche paese del quarto mondo, è tutto grazie alla Madonnina da attaccare sotto la lista della spesa sul frigo.
In Italia sono 18mila le aziende che si occupano del commercio di souvenir e generano un giro d’affari di 700 milioni di euro. Le aziende della Lombardia sono 200 e generano da sole un milioncino a testa: 200 milioni di giro d’affari.
Milano, tra bandiere, cavatappi e tanto altro, rappresenta il 23% del fatturato nazionale in questo settore, con appunto 162 milioni di euro.  Segue Roma (123 milioni), Venezia (65 milioni), Firenze (46 milioni), Napoli (30 milioni) e Torino (24 Milioni).


Bene ragazzi, ora scegliamo tutti una città sulla lista, e apriamo un negozio di souvenir. 

LOVE Maurizio Cattelan