Ero bambino. Una delle mie prime volte al cinema, i miei genitori mi portano a vedere Il Re Leone. Da quel momento la mia vita non è più stata la stessa. In qualche modo, uno dei classici della Disney, forse il più bello in assoluto, mi ha trasmesso la passione per il cinema, quella per gli animali e la passione per l’Africa.
Immaginate la mia reazione quando ho scoperto che avrebbero fatto il film, o meglio, come lo chiamano adesso, il live action. Non ero contento, tutt’altro. Ero preoccupato che avrebbero rovinato il mio cartone preferito. E poi non ero pronto a subire nuovamente il trauma di quella scena, si, La scena più triste della storia del cinema, quella che ha rovinato l’infanzia a migliaia di bambini insieme alla morte della mamma di Bambi, Artax nelle sabbie mobili e Piedini che chiede alla mamma “perché me lo chiedi, tu non verrai con me?”.
Mi sono seduto in sala con il grugno di chi non aveva voglia di assistere ad uno scempio. Poi è partito tutto con un metro di pelle d’oca: aaaaaaaaaaaaaazvegnaaaaaaaaa. Una sensazione che forse possono capire i fan di Star Wars quando parte la sigla sulla celebre scritta gialla in prospettiva. Dopodiché è stato un tutto nel passato, una grande emozione accompagnata da un sorriso che si allargava man mano sempre più sul mio viso.
Jon Favreu, come già aveva fatto per Il Libro della Giungla, ha portato al cinema un lavoro impeccabile ed un film estremamente fedele all’originale, nostalgico per i fan di vecchia data è fresco per chi incontra Simba per la prima volta. Gli animali riprodotti in computer grafica sono a dir poco incredibili, ti portano in mezzo alla Savana senza pensare che possa esserci qualcosa di costruito da zero per il cinema. Ho sorriso, ho cantano le canzoni (che per una volta differiscono veramente poco dalle originali con tanto di Easter Egg sulla canzone di un altro classico Disney inserita nel film), mi sono esaltato, ho tifato, ho pianto tanto e anche con singhiozzoni da perdita di dignità (dopo tutto La scena è pur sempre La scena).
Il doppiaggio italiano ha portato un aspetto positivo ed uno così così per non dire negativo. Mufasa parla attraverso la voce di Luca Ward ed è qualcosa di davvero magnetico. Quando Simba viene chiamato dal padre per essere redarguito, stavo per andare io ad orecchie bassa a prendermi il culo. Ed ovviamente questo è l’aspetto positivo. Peccato invece per il doppiaggio di Marco Mengoni ed Elisa, rispettivamente Simba e Nala, perché seppur impeccabili nel canto, sono parecchio forzati nella classica recitazione.
Preparatevi ad entrare nel mondo de Il Re Leone un’altra volta, ne rimarrete stupiti.