Con che nome ti conosce la gente?
Luca Bertoni ! O alcuni, semplicemente “Bertons” !
I tuoi genitori come ti chiamano?
Ovviamente con il mio vero nome…
Come mai hai iniziato a lavorare nel mondo della notte? Raccontaci la tua storia.
Da bambino ascoltavo le cassettine ed i 33 giri di mio padre, pieni di discomusic e musica anni ‘80. Il passo dall’ascoltare musica al scegliere di proporla è stato breve. E, guarda caso, il primo locale a cui mi proposi, mi chiese di suonare proprio quei generi musicali! Da lì in poi, è stato tutto un susseguirsi di esperienze che mi hanno portato a formarmi in praticamente qualunque genere musicale.
Come ti ha cambiato la vita la notte?
E’ vero, la notte cambia radicalmente la vita. Bioritmi, energie, economie, amicizie e relazioni: tutto è differente rispetto a chi “vive” in orari canonici … e sono ben poche le persone disposte a restarti accanto.
Hai qualche rimpianto?
Il solo rimpianto che ho è non aver provato a viaggiare per lavoro nell’altro capo del mondo, la Thailandia, quando ne ebbi possibilità.
Cosa non cambieresti per nulla al mondo nella tua vita attuale?
Fare il deejay per me non è più solo una passione ed una professione. È una missione… e non cambierei mai nulla.
Quale locale porterai sempre nel cuore?
I locali che mi hanno artisticamente aiutato a “farmi le ossa”: l’Old Fashion di Milano e lo Shed Club in provincia di Varese.
Come vedi il futuro nel mondo della notte?
Lavorerà solo chi saprà adeguarsi al mercato senza ghettizzarsi nei generi e filoni musicali. Chiunque altro, ha i giorni contati.
Sogno nel cassetto?
Produrre una hit che piaccia a grandi e piccini!
La tua frase preferita?
“Chi non si forma, si ferma!”
Salutaci a tuo modo.
Vi auguro con tutto il mio cuore di provare sempre almeno un’emozione positiva ogni giorno! Siamo noi gli artefici della nostra felicità e dei nostri sogni! A presto!