Che l’Islanda fosse un paese meraviglioso, l’avevamo già capito durante gli ultimi campionati Europei di Calcio. La favola della loro squadra di calcio, arrivata con il cuore a risultati mai raggiunti prima, aveva rapito tutto il mondo. L’amore tra i tifosi e gli atleti era emozionante e raggiungeva il suo culmine durante l’haka islandese, quando tutti, ma proprio tutti, battevano le mani a tempo. Che grande paese l’Islanda, abbiamo pensato tutti.
In tutta verità, c’era rimasto il dubbio che le bellezze si fermassero al calcio ed ai paesaggi mozzafiato. Invece l’Islanda ha dato la prova di essere un paese super all’avanguardia. Da gennaio è entrata in vigore una legge approvata nel 2017 che rappresenta una vera e propria svolta mondiale per le pari opportunità. La novità più importante riguarda l’obbligo di equa retribuzione a pari lavoro tra uomo e donna in aziende da 25 dipendenti in su, che si tratti anche di ministeri, istituzioni o pubblica autorità.
Adesso vi diciamo anche da chi è stata approvata in particolare, e tenetevi forte perché in parlamento italiano sarebbe una novità assoluta. Ebbene c’è stato il consenso bipartisan tra il centrodestra, allora al potere, e l’opposizione. Ora tocca al nuovo governo cercare di farla applicare. Dai che forse possiamo prendere esempio anche noi.
La legge rappresenta la prima al mondo che si occupa di parità di genere a livello contributivo, ed è un passo avanti non da poco per l’Islanda, nonostante fosse già considerato il paese più femminista e pro-gender equality al mondo.
In passato la disparità di retribuzione tra uomo e donna è stata spesso evidenziata dal mondo del cinema. Sono tante le star di Hollywood che si sono rifiutate di lavorare, giustamente, a grosse produzioni, a meno che il compenso non fosse adeguato a quello dei loro colleghi uomini con lo stesso ruolo. La speranza è quella che in tutti i campi lavorativi, queste distinzioni vengano del tutto abolite. Bravi gli islandesi, come sempre un passo avanti.