Il 19/10 esce IT : la recensione in anteprima di ACINIdiCINEMA #NoSpoiler
VOTO: 8/10
GIUDIZIO: Strang-IT Things
Tutti i trentenni capiscono bene la sensazione che ho provato quando mi sono seduto in sala, consapevole che da lì a poco avrei preso la macchina del tempo per incontrare di nuovo IT.
Proprio come Star Wars ha forgiato una generazione, la mini-serie del ’90 tratta dal libro di Stephen King ne ha traumatizzata un’altra. IT è il motivo per cui non vorrò mai una casa con la cantina, non uscirò mai a giocare sotto la pioggia, non comprerò mai una mantellina gialla (manco quelle di Gardaland), non comprerò dei palloncini rossi (a meno che non siano quelli di Up), ma soprattutto è il motivo per cui odierò sempre a morte quei maledetti e spaventosi clown!
Sono passati 27 anni, ho affrontato di nuovo il pagliaccio e sono felice, perché mi sono cagato addosso consapevolmente – anche questo è un modo per esorcizzare la paura – ma anche perché IT 2017 è un ottimo remake ed è soprattutto un bel film.
1988, sette giovani ragazzi emarginati e bullizzati di Derry, nel Main, hanno iniziato a vedere materializzarsi le proprie paure inconsce sotto forma di un antico predatore muta forma. Da quando esiste la loro città, Derry è terreno di caccia di questa entità, che emerge dalle fognature per cibarsi nelle prede che ha scelto: i bambini. Ma l’unione dei perdenti fa la forza, e allora i ragazzi si compatteranno per cercare di fermare l’ondata di omicidi di Pennywise il Clown.
Il compito di riportare al cinema un vero e proprio cult horror è stato affidato ad Andy Muschietti. Il regista argentino, conosciuto per La Madre con la Chastain, ha decisamente colpito nel segno: ha sia rispettato le immagini iconiche sella miniserie – come la celebre sequenza iniziale della barchetta di carta – sia trasformato la sceneggiatura in modo che questa nuova versione di IT fosse perfetta per combaciare con i gusti del grande pubblico di oggi.
Il ritorno di Pennywise non è propriamente un film horror, o almeno non l’horror come lo conosciamo – per fortuna perché questo genere ultimamente ha poco da dire – è piuttosto un’avventura caratterizzata da importanti sfumature dell’orrore. Potrebbe essere tranquillamente una stagione, un po’ più spinta, di Stranger Things. Non a caso, sono tanti gli elementi che rimandano all’acclamata serie tv di Netflix. Ad esempio ci sono gli anni ’80 con la piacevole colonna sonora dei The Cure e dei New Kids On The Block, le starcross a due ruote ed i capelli alla McGyver. Inoltre IT condivide con ST anche uno dei protagonisti: Finn Wolfhard. Io in genere non noto una citazione neanche se me la spiattellano davanti, ma in un paio di sequenze mi sembra che Muschietti abbia fatto uscire lo Shining che è in lui. Fateci caso.
Non mancano il sangue, alcuni temi toccati piuttosto disturbanti, vocine inquietanti, le persone che inciampano mentre scappano, i ‘bubusettete’ ed i cliché vari del genere, però il nuovo capitolo di IT è godibile anche da chi solitamente evita gli horror per il terrore di tornare a casa con il voltastomaco modello Esorcista.
Tutta la paura è nel suo protagonista, Pennywise, interpretato da un magistrale e terrificante Bill Skarsgård (Atomica Bionda, The Divergent Series) – faccia da pazzo anche senza trucco. Ha superato anche il confronto quasi inarrivabile con l’ex pagliaccio danzerino Tim Curry, la star del The Rocky Horror Picture Show che in Italia ricordiamo purtroppo solo per Mamma Ho Riperso L’Aereo: “adesso mettiti in ginocchio e dimmi che mi ami”.
Nel cast alla Goonies sono presenti una serie di ragazzi da tenere d’occhio tra cui Jaeden Lieberher (St. Vincent, Midnight Special), Sophia Lillis (The Lipsticl Stain) e il ‘Chunk’ della situazione ovvero il morbido Jeremy Ray Taylor (Ant-Man, Alvin Superstar).
IT è tornato in grande stile ed è un grande successo. Tante aspettative a questo punto per il prossimo capitolo (questo è solo Chapter One) perché il primo ha tutta l’aria di essere solamente il preludio a qualcosa di molto più terrificante e sanguinoso. Il vero horror deve ancora venire.
E adesso vai IT…vai e rovina la vita ad altre generazioni che noi adesso c’abbiamo da pensare a Equitalia.