Quando abbiamo letto il titolo non ci siamo stupiti più di tanto, perché sapevamo già dove sarebbe andata a parare la ricerca di cui vi stiamo per parlare. Quante volte vi abbiamo raccontato di quanto sia dannosa la carne per l’ambiente? (lo diciamo pur essendo carnivori) E quanto consumino e quanto inquinino gli allevamenti intensivi? Indipendentemente dal tipo di etica che intendiamo condurre nella nostra vita, é sempre importante essere consapevoli di quello che facciamo. Esiste un documentario che racconta quanto inquina la carne, si chiama Cowspiracy. Guardatelo.
Intanto torniamo alla nostra cotoletta. Si, proprio il simbolo culinario della città di Milano, unta, piena di burro, fritta, tenera, una vera e propria delizia. Alcuni ricercatori dell’Università Cattolica di Milano, in collaborazione con l’Università di Brescia si sono messi ad analizzare il rapporto tra inquinamento e la preparazione della famosa cotoletta. Purtroppo per noi, amanti del piatto meneghino, la cotoletta inquina di più di un’auto Euro 0. Cucinare la cotolette emette infatti particolato fine ed ultrafine. Quello cattivo che producono anche le automobili.
La ricerca é il prodotto in un progetto chiamato “Anapnoi, respirare bene per invecchiare meglio“.
Quello che ci viene da pensare, facendo delle considerazioni personali é che la notizia potrebbe essere ripresa in altri migliaia di modi facendo riferimento a qualunque pietanza che viene fritta nell’olio. Sabbiamo bene che l’utilizzo in cucina di alcuni alimenti é bene lontano dall’essere ad impatto zero. E, ribadiamo, a monte c’é un problema non da poco con lo sfruttamento degli allevamenti intensivi. Le vacche scorreggiano e cagano molto, e questo inquina. Sembra una battuta ma é così. Senza considerare la quantità d’acqua utilizzata per produrre un singolo hamburger.
Insomma, da fare ce n’é tanto. Aspettando che le istituzioni si sveglino a regolamentare un po’ meglio i consumi, quello che possiamo fare é guardare nel nostro piccolo e mangiare la cotoletta una volta in meno, o la carne, per aiutare l’ambiente. Detto questo, viva la cotoletta, patrimonio dell’umanità!