Negli ultimi anni si parla spesso di caccia. Per quanto ci riguarda continua ad essere una pratica, seppur legale, barbara e desueta nel mondo in cui viviamo. Sparare ad un animale per divertimento scatena un piacere perverso nella testa di alcune persone. Però bisogna ribadire che molte persone lo fanno principalmente perché possono, è legale. Quindi noi, che non siamo al di sopra della legge, non possiamo far altro che accettarlo e contribuire a cercare di convincere le persone a smettere. Quando parliamo di convincimento, facciamo riferimento alla sensibilizzazione, e non agli atti dimostrativi stupidi e violenti. Ci sentiamo di dire che peggio dei cacciatori e dei bracconieri, ci sono solamente gli animalisti convinti che combattono una battaglia personale senza usare minimamente il cervello. Per farvi un esempio, qualche tempo fa in Italia un gruppo di animalisti aveva liberato alcuni animali di un circo, tra cui un ippopotamo che scappando è arrivato fino all’autostrada ed è stato preso in pieno da una macchina. É morto l’animale e ha messo a rischio la vita di altre persone. Sono altresì accettabili le proteste, purché non sfocino in minacce di morte ed insulti, di coloro che commentano sotto le foto di cacciatori che mostrano fieri il loro trofeo, spesso una giraffa, un leone o un elefante morto. Barbari.
Abbiamo fatto questo pippone sulla caccia perché è di oggi una notizia che riguarda i cacciatori di frodo, quindi caccia illegale, quindi bracconieri, che ci ricorda tanto la bellezza del karma. In una riserva in Sudafrica, precisamente la Sibuya Game Reserve un branco di leoni ha sbranato un gruppetto di 2 o 3 (non si capisce bene dai resti sparsi in giro per la savana) di bracconieri.
Qualche giorno fa aveva fatto scalpore la notizia di un rinoceronte ucciso solo per un centimetro di corno. Forse il karma ha deciso di farsi sentire e trasformarsi nel branco di leoni che hanno banchettato con quelli che sicuramente erano bracconieri a caccia di rinoceronti. Con loro avevano pinze, fucili con silenziatori e tutto l’occorrente per staccare il corno.
Dovremmo gioire forse, ma è meglio di no, anche perché in Africa il problema è grave. La colpa principalmente non è di un bracconiere che con i soldi di un corno si mette a posto per la vita (vaglielo a spiegare che non lo deve fare). La colpa è di chi alimenta questo commercio. (La pubblicità del WWF qui sotto è piuttosto chiara).