Molti rifuggono Halloween considerandola una festa pagana importata dagli Stati Uniti come San Valentino, i flash mob e le code fuori dagli Apple store. In realtà, forse non tutti sanno che Halloween era una antica festa milanese, anzi, una delle quattro feste centrali dell’anno di Medhelan o Medhelon, Milano in celtico.
Nel VI secolo A.C. Medhelan, la nostra città, era considerata una città magica e mistica, dalle forti energie.
A quei tempi la fine dell’anno cadeva proprio nel mese di Ottobre, mese di raccolti molto propizio per iniziare qualsiasi tipo di attività, compresa quella della comunicazione fra il regno dei vivi e il regno dei defunti.
Il giorno di Capodanno che allora si chiamava Samain si festeggiava con l’arrivo della nuova stagione con una grande festa dove si ballava attorno al fuoco, si mangia il raccolto e si suonavano vari strumenti.
Per i Celti Halloween non durava solo una notte ma proseguiva per tre giorni, dal 30 ottobre al 1° novembre. Erano le cosiddette “Tre Notti di Samain” in cui poteva accadere qualunque cosa.
Proprio per questo, dato si apriva la comunicazione con il regno dei defunti, molti si travestivano con pelli di animali per cercare di tenere lontani gli spiriti.
Fino a circa 12 anni fa, era infatti ancora ricorrenza, davanti al Castello Sforzesco, in questi giorni, vedere una piccola fiera celtica, dove i nostalgici di questa antichissima tradizione si riunivano attorno a bancarelle di artigiani che insegnavano la lavorazione dei metalli, gruppi di danze irlandesi (altro Paese celtico dove la festa era sentita come qui), e suonatori di arpe, violini, cornamuse , conciatori di pellame ed artigiani di feltro.
E c’è perfino qualche indizio che farebbe pensare che i Celti abbiano fatto nascere a Milano, non l’idea di Halloween, ma alcune sue caratteristiche che sono state poi diffuse nel mondo.
Halloween infatti riprende alcuni usi e costumi tramandati di generazione in generazione a Milano e in buona parte della Brianza.
Come possono confermare i nostri nonni, infatti, non sono di certo stati gli americani a creare l’usanza di intagliare delle zucche arancioni con facce buffe o mostruose!
A Milano quelle zucche, coltivate nelle “melonere”, erano dette “Lumere”. Cave all’interno, proprio come avviene oggi, venivano riempite e illuminate con alcune candele accese che venivano imbracciate come armi dai meneghini coraggiosi.
Essi andavano di porta in porta, per salutare i vicini in cambio di noci, nocciole, castagne, che erano i frutti più dolci degli autunni a Milano, insomma, era una sorta di festa di ringraziamento, per il raccolto, ognuno donava i propri frutti di madre natura.
Oggi Halloween non ha di per sé molto di spirituale o mistico, ma senza dubbio la festa è sopravvissuta ai secoli trasformandosi però in qualcosa di più godereccio, legato al divertimento, al consumismo, all’osare con costumi e accessori stravaganti.
Ma per la Milano celtica, fu una festa tutt’altro che poco sentita.