Avete mai fatto uno stage nella vostra vita? In molti sicuramente si. Io mi ricordo ancora il mio. Dopo essermi laureato di pubblicità, finisco a fare uno stage per un’azienda che sviluppa app per telefonini. Mi dicevano di fare cose che non sembrava avessero una grande utilità e poi mi pagavano attraverso Postepay dell’INPS ben 350 euro al mese. Ho mollato, perché dopo qualche mese non riuscivo a capire da che parte sarei andato in quell’azienda.
Ma focalizziamoci un attimo sul punto “paga”. Avete idea di cosa potete fare a Milano con uno stipendio di 350 euro? Niente, così come in nessun’altra parte d’Italia forse, ma a Milano é peggio. Ad andar bene riusciresti a pagare una stanza in condivisione con qualcuno e con i restanti 100 euro dovresti pagare mezzi, cibo, utenze ecc ecc. E non pensare nemmeno di mangiare una pizza fuori perché non puoi permettertelo.
Insomma lo stage va bene solo se é finalizzato a qualcosa, come spesso non é. Purtroppo Milano ha ricevuto la corona della capitale dello stage. Laddove per la maggior parte si tratta di stage gratuiti o sottopagati. Secondo il report della Repubblica degli Stagisti, incrociando i dati delle varie università di Milano, sono stati 30mila i tirocinanti post laurea e post diploma. 17mila avviati in azienda e 14mila curricolari.
Anche molti adulti in età avanzata scelgono di intraprendere la via dello stage: il 15% supera i 35 anni d’età, il 37% tra i 20 ed i 25 anni, il 35% tra i 26 ed i 35, mentre il 70% va agli under 25.
Insomma, a Milano ci sono più stagisti che piccioni, ma l’indennità minima per lo stage a 500 euro non é sufficiente, senza contare che la maggior parte vengono pagati meno o non vengono pagati affatto.