Quello che più amo dell’arte è che a volte è completamente senza senso. Quante volte vi siete trovati davanti ad un’opera che non riuscite a capire. Le reazioni possono essere diverse: “che cos’è sta roba, il mio falegname con trentamila lire la faceva meglio” oppure “interessante introspezione catartica e significato intrinseco che colpisce” o ancora “bello da vedere me lo metterei in casa”. Insomma il bello dell’arte è che è in qualche modo suscita una reazione in chi la guarda. Negli ultimi anni, con l’avvento dei social e la trasformazione nelle persone di gusto ed estetica, gli artisti devono tenere conto del livello di fotogenia e di spettacolarità di un’opera. In poche parole, deve essere instagrammabile e notiziabile.
L’idea dell’artista tedesco Max Siedentopf evidentemente ha tenuto conto anche di questo e la sua installazione è pronta a suonare la canzone “Africa” dei Toto in mezzo al deserto.
La più celebre canzone dei Toto, negli ultimi anni, sta vivendo una nuova vita dopo la sua uscita negli anni ‘80. O almeno così pare, perché nel nostro paese non è poi così sentito questo ritorno. Complice una cover e diversi meme che girano online, “Africa” é tornata ad essere canticchiata nella mente delle persone.
Per questo motivo l’artista tedesco ha deciso di sfruttare l’onda di questa popolarità per un’installazione che si trova in mezzo al deserto del Namib in Namibia. Diversi cubi bianchi su cui sono state montate delle casse collegate ad un mp3. Il lettore riproduce solo una canzone, appunto “Africa” dei Toto e l’idea è che questa possa risuonare in eterno. Tutto l’apparato è collegato a delle batterie che funzionano ad energia solare e considerato che si trova in mezzo al deserto di sabbia gialla, è difficile che rimanga a corto di energia.
Ovviamente non è stata rivelata la posizione esatta dell’installazione, questo per evitare furti o atti di vandalismo. Ci ricorda un po’ quelle pagine social che ripropongono la stessa foto ogni giorno come “la stessa foto di Toto Cotugno” e la gente ci va matta.
Ora preghiamo per tutti gli animali che vivono in zona (serpenti, lucertole e ragni) perché dopo un giorno di “Africa” uno rischia di impiccarsi.