Sono convinto che il mondo sia nettamente diviso in due fazioni: chi beve il caffè amaro e chi lo beve zuccherato. Quelli che bevono ginseng ed orzo non li considereremo. Io da qualche tempo sto provando ad affrontare il caffè senza zucchero, perché tutti continuano a sostenere che un vero bevitore di caffè può sentire il suo vero sapore solo se lascia da parte le bustine. Sto facendo una fatica disperata, e provo per una volta a fidarmi di quelli che mi dicono “vedrai che poi ti abitui”. C’é una cosa però che mette tutti d’accordo quando si parla di caffè: il prezzo.
Il caffè costa 1 euro. O almeno questo é il prezzo che mediamente ci aspettiamo di pagare. Avete notato che negli anni sono saliti i prezzi di qualunque cosa, ma il caffè é rimasto sempre fermo allo stesso prezzo. Benzina alle stelle, autostrade che ogni anno (tranne questo) ci ciucciano monete extra, eppure il bene più consumato dagli italiani rimane invariato. Il caffè ormai é entrato nella cerchia dei prodotti a prezzo politico, cioè non deve variare altrimenti il popolo potrebbe insorgere con una guerra ed un colpo di stato.
La Federazione Italiana Pubblici Esercizi, la Fipe, ha analizzato il costo medio del caffè in tutte le città d’Italia ed é venuto fuori che il posto dove vi costa meno é Messina (0,75 euro in media). Per spendere una fraccata di soldi bisogna invece andare al nord. Bolzano e Modena si aggiudicano le prime posizioni con la cifra di 1,11 euro di media, un prezzo comunque rispettabile se si pensa che un caffè in Piazza San Marco a Venezia vi costa 4 euro.
E Milano? É in media con il prezzo di 1,01 euro a caffè, considerando che da Cracco e da Marchesi lo pagate 1,30 euro, mentre da Starbucks ben 1,80 euro. Insomma il caffè in Italia é sacro e non si tocca.
Se poi volete spendere meno, c’é chi, come Il Caffè del Mio Bar a Milano, dove la tazzina costa 50 centesimi. Com’é possibile? Sono loro stessi produttori di caffè.