Qualche giorno fa mi chiama un amico, e mi racconta di essere finito ad un evento incredibile. Lui fa il dj in Trentino ed ha ricevuto una telefonata per fare da dj supporter ad un grande guest che si sarebbe dovuto esibire dalle due zone, in alta montagna, sulle piste. Solo dopo aver accettato, ha chiesto di chi si trattasse: Giorgio Moroder
Stiamo parlando di un colosso della musica, colui che con la voce di Donna Summer ha determinato i suoni che si ballano ancora oggi in discoteca. Il compositore 79enne da qualche tempo ha deciso di rimettersi in gioco diventando un dj ed esibendosi su alcuni dei palchi più importanti del mondo. La sua è un’energia quasi inesauribile. Alla sua età ha voglia di fare divertire le persone da una console, e non si ferma nemmeno davanti a tour mondiali con voli e trasferte estentuanti.
Il primo pensiero è stato “cazzo ci arrivassi io così in forma a 79 anni, metterei la firma”. Poi il mio amico ha cominciato a raccontarmi del modo di fare di Moroder, descrivendolo come gentile, disponibile e alla mano.
Sembra una banalità, ma quante volte abbiamo esperienze in prima persona, o sentiamo parlare di piccoli personaggi dello spettacolo che ti guardano dall’alto al basso. Non si abbasserebbero mai a chiacchierare con le persone che non ritengono degne. In poche parole, se la menano, si credono Dio, ma in fondo poi sono “stocazzo”.
Qui stiamo parlando di un grandissimo della musica. Moroder, indipendentemente da un cachet degno di nota, ha suonato nella tormenta di neve, sulle piste del Trentino, davanti ad un pubblico di ragazzi in festa. E poi si è trattenuto a cena con lo staff con cui, davanti ad una grappa, si è lasciato andare ad aneddoti che qualunque amante della musica rimarrebbe ad ascoltare con fare rapito e gli occhi lucidi.
Il mio amico in particolare è rimasto colpito dalla naturalezza con cui “Giovanni Giorgio, but everybody calls me Giorgio” raccontava di quella volta in cui David Bowie, davanti a Donna Summer e Brian Eno, sosteneva che I Feel Love sarebbe stato il suono che nelle discoteche avrebbero ballato per i prossimi 30 anni (e anche di più). Rileggere i nomi lentamente per realizzare. Oppure di quella volta che Tom Cruise l’ha chiamato per salutarlo e per parlare della colonna sonora di Top Gun.
Non ho sentito questi racconti dal vivo, ma mi sono comunque soffermato a pensare che i grandi come Moroder saprebbero insegnare l’umiltà a chiunque.