Le recensioni hanno completamente cambiato il settore dei servizi. Pensate ad esempio a TripAdvisor, ormai è il punto di riferimento per capire se un ristorante sia buono o meno. Certo bisogna fare i conti con il fatto che esista LAGGENTE, e LAGGENTE non capisce un cazzo. Però con un po’ di attenzione, grazie a quelli che sono stati lì prima di voi, evitate di farvi sodomizzare con la sabbia.
Le recensioni costringono colui che vi dà un servizio ad impegnarsi al massimo, perché il terrore di ricevere una stellina corre sempre sul filo. Lo so bene io, che ho messo un piccolo appartamento in affitto su Airbnb e vi assicuro, passo le giornate a risolvere problemi con l’atteggiamento sottomesso di un cane bastonato. Castrato dalla paura perché il cliente che scrive una recensione visibile a tutti ha PIÙ RAGIONE di un cliente normale, bisogna accontentarlo a tutti i costi.
Insomma, le recensioni stimolano a fare meglio, e in fin dei conti, non sembra che ci sia nulla di sbagliato in tutto ciò. Invece no, perché purtroppo l’utente medio che scrive recensioni è IL ROMPICOGLIONI.
Se un cliente si trova bene, magari torna e ne parla a qualche amico, ma non avrà ‘sbatti’ di lasciare un feedback, a meno che non ambisca ad essere il reginetto della guida Michelin. Uno che invece non si è trovato bene, uno che ha qualcosa da ridire o che è convinto di non aver ricevuto un servizio adeguato al suo livello ‘esperto de sta ceppa’, state pur certi che non lascerà perdere. L’unico modo di vendicarsi è il commento accompagnato dalla singola stellina/pallina/forchettina ecc…
Per un po’ questo tipo di meccanismo era esclusivo di ristorazione e affitti, poi Mark Zuckerberg ha avuto la brillante idea di estendere il vox populi a tutte le attività che possono essere legate ad una pagina fan: negozi, palestre, ristoranti, messaggerie cinesi, e soprattutto DISCOTECHE.
Per un’attività di intrattenimento notturno, lasciare visibili le recensioni su Faccialibro – si, c’è la possibilità di toglierle – è estremamente controproducente, proprio per quanto detto sopra.
«I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Venivano subito messi a tacere, mentre ora hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel. È l’invasione degli imbecilli». Umberto Eco
Già, proprio gli stessi imbecilli che commentano e si sentono in diritto di lamentarsi di tutto. Ho trascritto due recensioni negative prese a caso da i primi due locali che mi sono venuti in mente :
- 1 stella “Fate schifo al cazzo, mi avete buttato fuori solo perché lanciavo i cuscini dei divanetti” ma infatti, scemi loro, dovevano aspettare che gli distruggessi il locale.
- 1 stella “Bellissima discoteca peccato la mal organizzazione della sicurezza” eh si, io anche quando vado in discoteca la prima cosa che noto è il buttafuori che non si trova nella posizione giusta.
Potrei continuare, anzi magari un giorno pubblicherò un of.
Peggio delle recensioni dei luminari di cui parla Eco, ci sono forse solo quelle entusiastiche lasciate dallo staff stesso del locale – barman, dj, vocalist ecc. Vedi sotto la voce ‘osannare un pub manco fosse il Pacha di Ibiza’.
Meglio tornare al caro e buon vecchio passaparola.