Purtroppo non è uno scherzo, il Samsara deve chiudere i battenti, e ha 60 giorni per smontare tutto.
Proprio qualche giorno fa abbiamo avuto il piacere di intervistare David Cicchella, il titolare del gruppo Samsara che dopo Gallipoli e Montenegro aveva appena esportato la sua creatura anche sulle spiagge di Riccione.
Durante l’intervista era quasi palpabile la passione che traspariva dalle parole dell’imprenditore salentino. Cicchella non parlava solo come uomo d’affari, ma anche come un cliente appassionato di musica, intrattenimento e mondo della notte. Il Samsara da diversi anni non è solamente un luogo dove regna il divertimento, è anche un esempio per tutti gli stabilimenti che hanno la possibilità di proporre un prodotto di questo genere.
Parlo di possibilità perché negli ultimi 10 anni le leggi sono diventate sempre più restrittive, e sono decine i casi in cui lo Stato ha trattato come dei criminali coloro che hanno tentato di aggregare le persone davanti ad una console con l’obbiettivo di farle ballare e divertire. In poco tempo quindi si sono quasi del tutto estinte le feste in spiaggia, la musica dopo una certa ora, la somministrazione di bevande ecc ecc.
E non vale solo per gli stabilimenti balneari. Qualche tempo fa il nostro paese è riuscito a perdere il Sensation, evento che si teneva a Bologna ed attirava milioni di appassionati. Perché? Di punto in bianco – calza a pennello – la SIAE insieme all’Agenzia delle Entrate avevano deciso di ricategorizzare l’evento passando da una tassazione del 28% ad una del 48%. Si, è ridicolo, un po’ come tutta la tassazione in Italia e, giustamente, quelli del Sensation Italia hanno cortesemente risposto “andate a fare in culo”.
Il Samsara è stato colpito da un male simile “il mutamento dello scopo per cui erano state rilasciate le concessioni allo stabilimento balneare”. In parole povere, questi imbecilli del comune, capitanati dal dirigente dell’Ufficio Tecnico Comunale Giuseppe Cataldi, si sono accorti dopo più di 10 anni che al Samsara le persone non vanno solo a prendere il sole e giocare con i castelli di sabbia, ma che ad una certa iniziano a ballare la musica dei dj, a bere cocktail e guardare l’animazione sul tetto.
Cioè vorreste dirci che la città di Gallipoli, che ha ampiamente beneficiato della pubblicità che una struttura come il Samsara ha fatto a quella città, attirando centinaia di migliaia di giovani da tutto il mondo, ad un tratto si è accorta che in quel posto fanno discoteca con ospiti internazionali?!
Puzza almeno quanto il mercato di pesce del venerdì che fanno sotto casa mia. Eppure è apparsa una determina che sancisce la decadenza della concessione demaniale.
I guai pare che fossero già iniziati nel luglio scorso, quando la Capitaneria di Porto di Gallipoli si presentò al Samsara brandendo l’ascia di guerra. Il risultato fu una sanzione sulla quale si leggeva che “la concessione demaniale marittima adibita a posa di ombrelloni e sdraio era in realtà utilizzata quale area ad uso discoteca” MA VA????? In 10 anni non erano mai passati a farsi un giro? Non avevano letto i giornali? Non ne avevano sentito parlare?
Nel verbale si leggeva “Turbata la tranquillità dei bagnanti” MA DI QUALI che sono anni che la clientela sceglie quel luogo per la musica e l’intrattenimento! Io detesto i bambini che fanno casino, quindi se devo andare al mare in un posto, mi informo apposta per trovare una struttura adeguata alle mie esigenze. Non è che se sono un imbecille, non mi informo, e finisco in una spiaggia adibita a baby parking, me la prendo con tutte le famiglie che turbano la mia quiete.
Se è vero che la legge dev’essere uguale per tutti, allora è giusto che venga fatta rispettare. “A TUTTI” però non dimentichiamolo per strada, perché è una parte importante.
Non vogliamo neanche fare finta che nel nostro paese non esistano biechi interessi nutriti da corruzione, tangenti e piccoli favori. E allora viene da chiedersi, perché ora? Perché non riescono a farlo anche gli altri e gli altri si sono incazzati, o perché il Samsara non serve più o perché potrebbe essere destinato ad altro? Mah, sono solo supposizioni e non c’è nulla di certo, ma sembra una follia che la città di Gallipoli, ma anche il Salento e l’Italia stessa non abbiano più bisogno della bella pubblicità positiva, pulita e sana che faceva da anni quel luogo del divertimento.
C’è da scommettere che la storia non sia finita qui, ed il Samsara risponderà in nome di tutti coloro che “al mare a romperti le balle ci vai te”.
Forse sarà troppo tardi quando il nostro Paese si accorgerà che la discoteca e l’intrattenimento notturno non sono il male, ma una grande opportunità in termini economici. Ed il prezzo da pagare non sono la droga, l’alcolismo e lo sballo – quella è una parte irrisoria in confronto – bensì il turismo. Vi fanno schifo migliaia di persone che arrivano in Salento ogni anno con le tasche piene di soldi da spendere in hotel, ristoranti ecc…sembra proprio di si, e allora andranno a spenderli da un’altra parte. IMBECILLI!