in collaborazione con ACINIdiCINEMA.it di Pietro Civera
Mi ha deluso. Prima o poi doveva succedere. Dopo aver visto Quo Vado sono uscito dalla sala entusiasta e ho continuato a ridere per tutto il tempo ripensando alle battute geniali del film, ma questa volta é stato diverso. Tolo Tolo, per quanto sia tutt’altro che un brutto film, non mi ha lasciato quella carica esplosiva che di solito trasmette Zalone.
Questa volta Luca Medici porta al cinema l’immigrazione. É un tema delicato e più attuale che mai, ma Checco non é nuovo a trattare temi di cui tutti hanno paura di parlare, anzi, di solito entra a gamba tesa e trova la chiave giusta per raccontarli con irriverenza. Questa volta, nel suo viaggio nei panni di un immigrato che ritorna dall’Africa, sembra quasi che si trattenga dall’usare il suo celebre registro pungente e spietatamente brillante a favore di qualcosa di simpatico, ma non eccessivo e non così divertente, che é poi quello che ti aspetti da Zalone.
Forse il problema principale é proprio questo, l’aspettativa. Checco, che qui é per la prima volta nelle vesti di attore e regista, con la sceneggiatura di Virzì, paga un’aspettativa altissima creata dai film precedenti. Lui é sempre lui e la sua presenza sul grande schermo vale comunque il prezzo del biglietto. Inoltre il film é di gran lunga meglio del 90% delle schifezze italiane che escono tutto l’anno in sala. Ma se vi aspettate di spanciarvi dopo appena qualche sequenza, Tolo Tolo non é quel genere di pellicola. Non mancano battute sottili e la risata é assicurata, ma é più un ghigno che un dolore agli addominali.
Insomma, un peccato perché di Zalone al cinema ne esce uno ogni tanto. Anche se non é da considerare come un passo falso, Tolo Tolo é comunque un “bravo, ma non si applica”.