In collaborazione con ACINIdiCINEMA.it
Mi va bene tutto. Mi va bene che ci sia un nuovo Tomb Raider al cinema (celebriamo sti 20 anni dalla nascita), mi va bene che abbiano scelto Alicia Vikander che, diciamoci la verità, sarà brava ma non suscita certo simpatia (non oso immaginare poi quanto stia sulle balle alle donne dopo aver sposato Fassbender). Sono addirittura pronto all’idea che la regina, la sola, l’unica Tomb Raider, Angelina Jolie non sia più Lara Croft (anche perché avrebbero dovuto obbligarla a mangiare qualcosa di più che due foglie d’insalata al giorno).
Mi va bene tutto, ma non facciamo scherzi, dove sono le tette?!
Una cosa ha sempre messo d’accordo tutti, donne comprese, sul personaggio dei videogames e poi del cinema: quei meloni ingombranti e impossibilmente trattenuti in quella sottile canotta. La Vikander avrà si e no una seconda scarsa con vento a favore.
Questo è quello che pensavo ancor prima di aver visto il remake della saga, come un po’ tutti diciamolo. E invece…Tomb Raider 2018 mi ha proprio convinto, tanto da non farmi pensare alle tette…per poco, perché comunque la Vikander, come la giri la giri, sempre di push up parliamo.
Per quei 2 o 3 che non sanno niente su Lara Croft. É la figlia fiera ed indipendente di un milionario avventuriero, scomparso quando lei era ancora in tenera età. Arrivati i 21 anni Lara vive tra le caotiche strade di Londra lavorando come corriere in bicicletta, guadagnando a malapena i soldi per l’affitto. Si rifiuta di accettare che il padre sia realmente scomparso e così rifiuta anche di ereditare il suo impero. Quasi rassegnata, Lara trova uno spiraglio di luce e decide partire per risolvere il mistero della morte del padre.
É il regista norvegese Roar Uthaug ad essersi preso in carico il delicato ritorno di Tomb Raider post Angelina. Chi??? Bo, uno abbastanza sconosciuto che si chiama come il verso di un leone e pare abbia fatto qualcosa di buono precedentemente. Effettivamente questa versione della Croft è decisamente convincente, meno patinata e meno macchiettistica rispetto alla precedente. É una Lara Croft più cupa e realistica, una che mena, che viene menata, che si fa male (avrete capito che ci sono botte da orbi) e viene catapultata nell’avventura fin dai primi minuti della pellicola. Questa versione di Tomb Raider 2018 è piuttosto fedele al videogioco dei record del 2013 con tanto di evoluzioni e arco con le frecce, e soprattutto queste nuove tette permettono alla nuova Lara un’agevole corsa composta che fa venire voglia di farla zampettare sul posto o contro un muro come ai bei vecchi tempi.
Insomma la protagonista funziona ed il merito è tutto di Alicia Vikander che mi duole dirlo per l’indimenticata Angelina, ma è perfetta per il ruolo, o meglio, è perfetta per interpretare questa versione di Lara Croft. Dopodiché è supportata da un cast di tutto rispetto che comprende un grandissimo cattivo come Walton Goggins (The Hateful Eight, Justified), Dominic West (The Dire, Chicago) nei panni del padre di Lara e poi ancora Daniel Wu (Geostorm, Warcraft) e Kristin Scott Thomas (Il Paziente Inglese, 4 Matrimoni e 1 Funerale).
É una Lara Croft ancora acerba, alle origini della sua ‘carriera’ (e per questo ci aspettiamo un bel sequel) ma comunque la storia, un po’ Il Mistero dei Templari senza la componente Disney e un po’ Hunger Games passando per Zio Paperone Alla Ricerca della Lampada Perduta, è piacevole e rilascia la giusta dose di tensione, avventura, divertimento, azione e momenti ‘poffarbacco’. Si amalgamano bene anche la fotografia, complici le location del Sudafrica, e gli effetti speciali frutto di quello che si vocifera essere un budget stellare.
Insomma, non pensavo l’avrei detto, ma Tomb Raider 2018 è un bel SI che attende qualcosa di sensazionale per il sequel.