In collaborazione con ACINIdiCINEMA.it
É Ridley Scott, vai a vedere il film senza farti troppe domande. Anzi, dopo The Counselor, qualcuna forse te la poni. A giudicare dalle ultime pellicole viene da chiedersi se il papà de Il Gladiatore, Alien e Blade Runner sia ancora un sinonimo di garanzia. Può capitare che con il tempo un regista perda un po’ di smalto, ma diamine, non mi aspettavo che Ridley Scott potesse rendere noiosa la storia di un rapimento.
Tutti i Soldi del Mondo è quella che chiamano un’ “adrenalinica” ricostruzione di un fatto di cronaca realmente accaduto: il rapimento di John Paul Getty III. Premettendo che l’unica scossa di adrenalina è quella di sapere che Nicolas Vaporidis è ancora vivo, siamo a Roma nel 1973. Un ragazzo adolescente va in giro tutto solo per Roma, dimostrando così di non essere proprio una cima, essendo lui il nipote dell’uomo più ricco al mondo e magnate del petrolio Jean Paul Getty. Non ci vuole molto prima che lo rapiscano. Nella sfiga, il ragazzo è anche il nipote dell’uomo più avaro del mondo, che non trova ragioni sufficienti per pagare un riscatto e rinunciare a parte delle sue fortune. Saranno la mamma del ragazzo e l’uomo della sicurezza Fletcher Chace a tentare una sfrenata corsa contro il tempo per pagare il riscatto. Talmente sfrenata che nei 133 minuti di pellicola rimane il tempo per un paio di abbocchi belli profondi.
Ridley Scott, la cui tecnica di regia è sempre impeccabile, porta al cinema quella che sulla carta sembrava essere una storia pazzesca, ma che in realtà rimarrà tristemente famosa per essere la pellicola in cui la parte di Kevin Spacey, che aveva già girato tutte le scene dei panni di Jean Paul Getty, è stata poi data a Christopher Plummer in seguito agli scandali sulle molestie attribuiti all’attore di House Of Cards.
Tutti i Soldi del Mondo si rivela essere un fastidioso ‘niente di che’. Forse raccontato nel modo sbagliato perché pone l’accento sulla parte meno interessante del racconto che, strano ma vero, è proprio quella che riguarda il rapimento. Tutto quello che invece invece attorno alla scomparsa del ragazzo è molto più affascinante, a partire dai personaggi.
Per quanto mi abbia attanagliato tutto il tempo l’idea che la stirpe dei Getty non sia altro che una famiglia di ricchi imbecilli, la figura del burbero e avaro magnate Jean Paul Getty ossessionato dal denaro è molto affascinante, e l’interpretazione di Christopher Plummer impeccabile. Vuoi vedere che l’assunzione in corso d’opera è stata forse la mossa che ha giovato di più alla pellicola?
Non è da sottovalutare anche l’interpretazione di Michelle Williams nei panni di una madre apprensiva costretta a pagare il contrappasso per tutte gli uomini che hanno avuto le suocere peggiori del mondo, a lei è toccato un suocero che è proprio un omm e’merda.
Incomprensibile e priva di spessore invece la figura di Mark Wahlberg che interpreta questo capo della sicurezza la cui utilità nella storia non è ben chiara. É li ma non serve a niente, anzi da quasi fastidio. É un peccato perché questi tre personaggi meritavano un po’ più di approfondimento, specialmente il vecchio burbero che con le sue ossessioni per il denaro meriterebbe un biopic dedicato.
E poi lasciatemelo dire, non c’è niente di peggio che vedere l’Italia diretta da un registra straniero. C’è sempre quell’aria di stupidità misto folklore che viene ridicolizzata da qualche licenza poetica di troppo.
Non parliamo poi del doppiaggio, imbarazzante, specialmente laddove bisognava andare a riprodurre il calabrese, ed invece è uscito fuori un misto tra il siciliano ed il romano.
É un’occasione mancata per Ridley Scott, e dopo gli ultimi anni bisogna chiedersi se sia realmente finita un’era.