#PETALOSO

Il piccolo Matteo inventa la parola«petaloso» e la Crusca risponde

L’Accademia spiega come far entrare la parola nel vocabolario: «Deve essere utilizzata e capita da tanti». E su Twitter centinaia di persone condividono l’hashtag #petaloso per aiutare il bambino

petaloso

«Petaloso». Mai sentita questa parola? Probabilmente no, a meno che non vi chiamiate Matteo, o non siate un suo compagno di classe o la sua maestra. Alle scuole elementari Marchesi di Copparo, in provincia di Ferrara, da oggi questo termine — inventato da un bambino di terza elementare — ha assunto un valore molto speciale, visto che l’Accademia della Crusca l’ha valutato «bello e chiaro»rispondendo con una lettera al parere richiesto dalla maestra e dall’alunno. Tutto è nato da un lavoro sugli aggettivi. Il piccolo ha utilizzato la parola come aggettivo per descrivere un fiore. La maestra Margherita Aurora, incuriosita e divertita, ha deciso di inviare il nuovo lemma all’Accademia della Crusca per una valutazione, e la Crusca ha risposto. «Quando ho letto il compito ho segnato errore — racconta Margherita Aurora al telefono — ma aggiungendo accanto al cerchio rosso che si trattava di un errore bello. La parola mi convinceva, perciò mi è venuta l’idea di chiedere il parere della Crusca. Ho spiegato ai miei alunni che cos’è questo ente,l’abbiamo studiato insieme e poi ho chiesto a Matteo di scrivere la lettera da spedire. Tutto questo succedeva tre settimane fa: ieri, martedì 23 febbraio, è arrivata la risposta e in classe è subito scattato l’applauso». Anche il primo ministro Matteo Renzi ha riservato un pensiero al caso, twittando con l’hashtag #petaloso.

«Caro Matteo – scrive Maria Cristina Torchia, della redazione Consulenzalinguistica della Crusca – la parola che hai inventato è una parola ben formata epotrebbe essere usata in italiano come sono usate parole formate nello stessomodo». Alcuni esempi? Peloso (pelo + oso) o coraggioso (coraggio + oso). Unabella soddisfazione, anche per l’insegnante, che ha spiegato: «Per me vale comemille lezioni di italiano. Grazie al mio piccolo inventore Matteo».

«Perché entri in un vocabolario, bisogna che la usino tante persone»

«La tua parola è bella e chiara», continua la Crusca che spiega come fa una parola ad entrare nel vocabolario. «Bisogna che la parola nuova non sia conosciuta e usata solo da chi l’ha inventata, ma che la usino tante persone e tante persone la capiscano. Se riuscirai a diffondere la tua parola fra tante persone e tante persone in Italia cominceranno a scrivere e dire “Com’è petaloso questo fiore!” o, come suggerisci tu, “le margherite sono fiori petalosi, mentre i papaveri non sono molto petalosi”, ecco, allora petaloso sarà diventata una parola dell’italiano, perché gli italiani la conoscono e la usano».

aaa 12728943_10208816872089857_4106055015823936662_n

1937142_10208816870929828_6732686827439364684_n 12734197_10208816869729798_1596425274229026820_n

E non sarebbe neppure la prima volta, conclude la Crusca, suggerendo (anche alla maestra) la lettura del libro Drilla di Andrew Clemens: «Racconta proprio una storia come la tua, la storia di un bambino che inventa una parola e cerca di farla entrare nel vocabolario». E allora, per dare una mano nell’impresa, su Twitter è stato lanciato l’hashtag #petaloso già condiviso da centinaia di persone.